lunedì 27 marzo 2017

A beautiful mind- Il dilemma del prigioniero

Qualche settimana fa abbiamo guardato il film "A beautiful mind"- insieme al professore di scienze umane.
La scena del film che preferisco è quella che ho allegato qui sopra.
Il concetto principale è simile a quello del "dilemma del prigioniero": si ragiona per il bene comune e non per quello personale ottenendo in questo modo , tramite il successo del gruppo, anche un certo successo personale.
Il "dilemma del prigioniero" parla del fidarsi dell'altro, ecco un esempio:  due ragazzi commettono un reato, li hanno beccati ma non sono sicuri di avere in mano le prove necessarie per accusarli, serve una confessione. Quindi il sistema addottato dalla polizia è il seguente: i due ragazzi vengono separati in due stanze ed interrogati,viene detto ad entrambi che se confessano la pena cadrà del tutto sull'altro, ma se confessano entrambi verrà dara una pena più breve a tutti e due. Se invece nessuno dei due confessa, entrambi riceveranno una pena più leggera. Quindi se c'è un rapporto di fiducia nessuno dei due dovrebbe confessare, per essere puniti entrambi in modo uguale e leggero. 
Ma si fideranno entrambi dell' altro sufficientemente da tacere? 
Nel film tutti i ragazzi ci vogliono provare con la stessa ragazza bionda, la più bella del gruppo, quindi dicono: se uno la conquista per primo gli altri andranno a corteggiare le sue amiche. Il protagonista però pensa che le amiche della ragazza bionda non siano stupide, infatti lo capirebbero subito di essere  solo un ripiego. Quindi dice che tutti dovrebbero cercare di conquistare le amiche della ragazza, cosi tutti saranno contenti. Nessuno avrà il massimo a cui aspirava ma un equo risultato per il gruppo. 


giovedì 23 marzo 2017

COME APPRENDIAMO

Per prima cosa l'essere umano apprende attraverso i riflessi innati che non sono altro che risposte fisiologiche ai bisogni ed agli stimoli esterni. Quando ad esempio qualcosa, non necessariamente il seno della mamma ,viene a contatto con le sue labbra, si attiva automaticamente il riflesso di suzione. Quando viene sostenuto in posizione eretta il bimbo parte con piccoli passi ,come se fosse già in grado di camminare, anche se ancora non può nemmeno reggersi in piedi. Molti dei riflessi innati regrediscono nel corso dei primi mesi sostituiti dai riflessi frutto dell' apprendimento .

Molti studiosi si sono confrontati con lo studio dei riflessi e dell'apprendimento attraverso diverse metodologie empiriche che hanno dimostrato le loro tesi.

PAVLOV e la salivazione del cane.


Associando il suono al cibo Pavlov induce il cane a salivare anche al solo suono del campanello, nella sua mente ormai associato al cibo, anche quando il cibo non c'è. Questo è un condizionamento classico

Watzon e la paura indotta del topolino



Associando uno spavento alla presenza di un topolino lo studioso induce nel bambino la paura verso il piccolo animale.
L'apprendimento sarebbe quindi un processo automatico, frutto di risposte a comportamenti meccanici. posizione questa definita ambientalista.

Il condizionamento di Skinner


Questa forma di apprendimento è detta apprendimento di rinforzo
Il rinforzo può essere positivo, come nel caso del topo che schiacciando il pulsante impara che riceverà del cibo, o negativo nel caso di un comportamento sbagliato che verrà punito.
Il comportamento sarebbe secondo Skinner frutto di un modellamento dato dall' ambiente, da qui il nome di ambientalismo radicale.

Apprendimento per prove ed errori, Thorndike

Messi a confronto con dei problemi i soggetti dopo molteplici tentativi raggiungono il risultato corretto e cosi facendo imparano. L'effetto raggiunto funge da rinforzo positivo.

Apprendimento intelligente di Kohler

L'insight, o improvvisa scoperta sta alla base della teoria. Configurare diversamente gli elementi che il soggetto ha a disposizione per renderli funzionali al raggiungimento dell'obbiettivo.

Cognitivismo e costruttivismo


COGNITIVISMO: Importanza della memoria nell'elaborazione delle nuove conoscenze, schemi mentali che aiutano ad elaborare le informazioni.

COSTRUTTIVISMO: la mente non rispecchia la realtà ma elabora , unifica e "costruisce" in maniera attiva se stesso e la realtà che lo circonda.

Apprendimento sociale e sociocostruttivismo

Acquisire competenze attraverso i rapporti sociali, apprendendo quali comportamenti generano una risposta positiva e quali no. Influiscono in questo processo elementi come la cooperazione, la competizione, l'imitazione e anche il conflitto.


Nel problem solving la conoscenza si raggiunge attraverso la sperimentazione personale ispirata alle metodologie della ricerca scientifica.



IMPARARE ,RICORDARE, CAPIRE. Del perchè non sarò mai brava in matematica, o forse si?

Se fossi un cavallo correrei  poche ore dopo essere venuta al mondo, allo stesso modo se fossi stata destinata ad una carriera da matematico me ne sarei probabilmente accorta già tanto tempo fa, la prima volta che la maestra mi ha messo davanti alle tabelline e mi sono sembrate uno scoglio insormontabile. Penso questo, perché a casa mia ci vive pure quel fortunato di mio fratello, per cui la matematica è qualcosa di semplice come guardare un film in tv o leggere un libro. Lui, come la gente comune vede gli oggetti del mondo e li interpreta nella giusta maniera, vede i numeri e sa che diavolo vogliono dirgli!
Io e mio fratello siamo geneticamente molto simili, ma non uguali,  abbiamo avuto sia la stessa educazione che lo stesso ambiente intorno, e abbiamo incontrato quasi gli stessi insegnanti. Allora cosa ha fatto di me e di lui due esseri scolasticamente così distanti?
Per ora sono propensa a sostenere la tesi della inclinazione naturale. Che ci volete fare , non è colpa mia se la matematica non è il mio forte, purtroppo è il destino!
Però c'è un però che mi frulla in testa. La matematica purtroppo non mi è ancora permesso eluderla, allontanarla dalla mia vita, smettere di conviverci quasi quotidianamente nove mesi all'anno e quindi mi sono trovata costretta a studiarla ,più di quanto avessi desiderato seguendo la famosa inclinazione naturale.....e guarda un po', ho cominciato a capirla di più. Quindi il quesito ora è questo:
Ma se andando contro la mia inclinazione io mi ci mettessi proprio di impegno, anima e corpo intendo, cosa accadrebbe?
Potrei arrivare al livello di chi la capisce per inclinazione naturale?
Potrei avere 10 anch'io?
Potrei finire per amarla, addirittura?
Insomma questa inclinazione naturale si può fregare in qualche modo attraverso l'apprendimento?
Belle domande che rimarranno, nel mio caso, mi sa senza risposta.


L'educazione sensoriale e percettiva. Esempi di gioco euristico

Se una cosa preme fare ad un bambino è CONOSCERE e per farlo usa ciò che la natura gli ha dato e cioè mani, occhi , naso e bocca. Agli educatori, primi tra tutti i genitori, spetta solo il compito di dargli, non i mezzi che già ha ,ma gli oggetti della conoscenza, che poi altro non sono che ciò che compone il mondo che lo circonda. Quindi , un educatore,  altro non deve fare che creare un'occasione di contatto tra bambino e mondo, evitando il più possibile di mettere delle barriere non necessarie.
gli esempi di giochi che soddisfano questa necessità sono molteplici e si raggruppano sotto il nome di "Giochi euristici" .
In greco il verbo eurisko significa scoperta e questa è un'attività che permette alle bambine e ai bambini di scoprire e sperimentare le funzioni di materiale di uso comune di cui loro non conoscono ancora le funzioni, o di toccare diversi tipi di sostanze e di materie che gli permettono di sperimentare i sensi e la percezione.


La percezione della profondità

Grazie ad occhi e cervello non viviamo in un foglio di carta ma in un mondo che ci avvolge.
Alcune azioni le compie l'occhio:
Accomodazione, divergenza binoculare e  convergenza binoculare; altre le compie il cervello attraverso alcuni indizi.
indizi pittorici: un oggetto più grande di un altro dello stesso tipo viene interpretato come più vicino, le ombreggiature danno spessore all'oggetto e se l'ombra di un oggetto cade su un altro, quest'ultimo sarà dietro al primo e così via..
indizi prospettici:  la posizione rispetto all'orizzonte ne determina la lontananza da chi guarda, la prospettiva viene data da linee che convergono in un punto, i contorni meno nitidi di cose più distanti ci aiutano a  valutarne la lontananza..
C'è poi la costanza percettiva che il nostro cervello usa per interpretare le cose, una macchina se ci sembra piccola più semplicemente sarà lontana, un uomo sia in piedi che seduto sempre un uomo ci sembrerà, se ci muoviamo attorno ad un oggetto o spegnamo e accendiamo la luce, anche se cambia ai nostri occhi non smettiamo di interpretarlo allo stesso modo.
Ma anche i nostri occhi possono cadere in errore traditi dal nostro cervello, è il caso delle illusioni percettive come quelle di seguito.




Quello che percepisco è la realtà delle cose?

Spesso mi pongo una domanda e la pongo anche ai miei amici e parenti, ora mi va di porla a voi, perché l'argomento precedente capita proprio a proposito. La domanda è cervellotica, badate bene, più di quanto sembri e non tutti quando la pongo comprendono dove io voglia arrivare.

Ciò che io chiamo rosso, o verde, o blu, sono lo stesso rosso, o verde, o blu che vedete voi?
Chi mi dice che quel colore che sia per me che per voi è verde sia in realtà uguale per tutti noi?

Dalla sensazione alla percezione, come si crea il mio mondo.

COME PERCEPIAMO IL MONDO: SENSAZIONE E PERCEZIONE
La sensazione è la consapevolezza mentale di una risposta di organi di senso a stimoli come il calore, il suono, le radiazioni luminose. La percezione è la conoscenza, ottenuta mediante i sensi, dell’esistenza e delle proprietà di oggetti esterni: il termine indica sia l’atto del prendere coscienza di una realtà esterna, sia la capacità di utilizzare informazioni sensoriali. Con i cinque sensi entriamo in contatto con un oggetto , un sapore, un odore, un suono, con il cervello elaboriamo le sensazioni e ne facciamo derivare la nostra percezione di esso.
Utili alla creazione di una percezione distinta e che abbia un senso sono l'attenzione , che filtra la miriade di sensazioni che il nostro organismo proverebbe a mandare al cervello e la limitatezza dei nostri sensi che non ci permettono di recepire tutto ciò che il mondo ci vorrebbe proporre.